La Camera del Congresso ufficializza la procedura e parte l’inchiesta contro Donald Trump. Il presidente si difende: “E’ caccia alle streghe”
E’ ufficialmente partita l’inchiesta di impeachment nei confronti del Presidente americano Trump. A sferrare l’attacco ci ha pensato Nancy Pelosi, che formalizza le procedure dell’inchiesta votata dalla Camera del Congresso dominata dai democratici. Infatti sono stati ben 232 i voti favorevoli, contro i 139 contrari.
La Pelosi ha annunciato il tutto affermando: “La democrazia è a rischio. Trump ha tradito il suo giuramento ed è nostro dovere difendere la Costituzione degli Stati Uniti. Quando dice che l’articolo due gli permette di fare come vuole, sfida la separazione dei poteri: ma noi siamo una repubblica, non una monarchia“.
Ma intanto, sul suo aggiornatissimo profilo Twitter, il presidente americano si difende, twittando: “La più grande caccia alle streghe nella storia dell’America“.
The Greatest Witch Hunt In American History!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 31, 2019
Donald Trump, la decisione del voto in aula
L’america politica è così arrivata al voto dopo le pressioni dei repubblicani. Infatti il partito repubblicano è arrivato addirittura ad occupare la sala dove si tengono le audizioni, accusando i dem di condurre “interrogatori segreti”.
Ma le pressioni dei repubblicani si stanno ben presto trasformando in un boomerang poiché la risoluzione votata garantisce maggior trasparenza al processo d’indagine, e fra i risultati immediati ci sarà la pubblicazione dei transcript delle testimonianze già ascoltate. Ed è proprio questo procedimento che potrebbe incastrare l’attuale presidente degli Stati Uniti.
Alla Camera, nessun repubblicano ha votato a favore della risoluzione, dimostrando una grandissima compattezza nel difendere il suo capo, e quindi seppur dovesse andare avanti l’inchiesta, la mancanza di maggiornaza non permetterebbe ai democratici di avere la meglio su Trump.
Inizia così un vero e proprio braccio di ferro, anche in vista delle elezioni presidenziali del 2020, in cui Donald potrebbe subire un grandissimo calo di popolarità rispetto alle ultime elezioni.
A recare il maggior danno, ci hanno pensato le ultime testimonianze, che confermano le tesi portate avanti da un informatore anonimo che il 12 agosto scorso presentò un rapporto all’Ispettore generale dell’Intelligence. Nel rapporto, l’informatore riferiva di una chiamata tra Trump ed il suo omonimo ucraino Zelenskij, considerate un pericolo per la sicurezza nazionale. A confermare le indiscrezioni ci hanno pensato alcuni testimoni chiave nella faccenda.
La testimonianza più importante arriva dal direttore per gli Affari Europei del Consiglio di Sicurezza Nazionale, colonnello Alexander Vindman. L’uomo, presente alla telefonata tra i due, afferma addirittura che la conversazione era più compromettente diel transcript diffuso a settembre. Vedremo come andrà a finire questa intrigata vicenda americana, e che effetti avrà sulla prossima campagna elettorale di Trump.
L.P.
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