Daniela Manzitti, chi è la donna che ha fatto arrestare il figlio per salvarlo

Daniela Manzitti, chi è la donna che due anni fa ha scelto di far arrestare il figlio, tossicodipendente, pur di dargli una speranza.

Daniela Manzitti, chi è la donna che ha fatto una scelta coraggiosa ma molto dolorosa. La donna di Corato, in provincia di Bari, è diventata suo malgrado famosa per una vicenda di cronaca drammatica. Alla fine di ottobre 2017 è stata lei a contribuire all’arresto del figlio Michael, che all’epoca era latitante.

Come ha raccontato la stessa Daniela successivamente, quello era l’unico modo per salvarlo. Il ragazzo da quando aveva 18 anni (allora ne aveva 25) era dedito alla droga, entrava e usciva dal carcere. In quel peridoo era latitante, ma la sua compagna era anche in attesa del loro primo figlio.

Così quando la donna ha sentito che il giorno dopo avrebbe dovuto effettuare una visista all’ospedale di Terlizzi, è passata al’azione. Si è ricordata le parole di un suo amico carabiniere che l’aveva messa in guardia, dicendole che il figlio rischiava seriamente di essere ucciso, e ha preferito passare all’azione. Ha avvisato le forze dell’ordine di quella visita, si sono presentate in ospedale e lo hanno arrestato.

Daniela Manzitti chi è figlio
Daniela Manzitti, chi è la donna che due anni fa ha fatto arrestare il figlio

Leggi anche: Omicidio Luca Sacchi, il pm: “Conseguenza della trattativa per l’acquisto di droga”

Daniela Manzitti racconta in un libro la sua scelta, sofferta ma necessaria

Daniela Manzitti ha raccontato che il figlio, come sempre, le era andato incontro dicendole “Oh mà”, per salutarla. Quando si è accorto che lei lo aveva ‘tradito’ però le ha giurato che non l’avrebbe mai più perdonata. Anzi, che l’avrebbe odiata per sempre. In realtà le cose successivamente sono cambiate come ha raccontato lei stessa a ”La Repubblica’ edizione di Bari: “Mio marito è morto, mia figlia è andata via da casa, in compenso io lavoricchio e vivo soltanto perché mio figlio possa uscire dal carcere e ricostruire la sua vita”.

Micheal è diventato papà, il figflio ha un anno e mezzo ed è tornato a parlarle: “A un certo punto, mi ha chiesto di andare a colloquio. Durante i nostri continui incontri, io e Michael non abbiamo mai parlato della denuncia”. Lei ammette di averlo dovuto trascurare quando cresceva, perché da sola doveva tirare su due figli e non era facile. Oggi farebbe altre scelte, ma almeno il figlio è ancora con lei: “Quando adesso andiamo ai colloqui, io e la sua compagna portiamo il suo bambino, per tutta l’ora è come se noi non ci fossimo con lui. Esistono solo lui e il suo bambino”.

Michael sta cambiando e la sua storia è anche finita in un libnro, ‘Oh Mà! Storia di Michael, ragazzo difficile’, edito da La Meridiana. Ma soprattutto Daniela ha aperto un’associazione che porta lo stesso nome del libro e aiuta altre famiglie nella sua stessa situazione. Perché si è resa conto che molti devono affrontare drammi di questo tipo ma non sanno come muoversi. Quindi lo scopo dell’associazione è aiutare i ragazzi quando escono dal carcere e cercare di reinserirli nel mondo del lavoro.