Intratteneva colloqui con i boss in carcere, arrestato il radicale Antonello Nicosia
Fermate 5 persone dalla Procura di Palermo con l’accusa a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento. In carcere sono finiti anche Accursio Dimino, capomafia di Sciacca, e Antonello Nicosia, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani per anni impegnato in battaglie per i diritti dei detenuti. In manette anche una parlamentare di Leu che avrebbe incontrato diversi boss in carcere di cui alcuni al 41 bis, e i clan, portando all’esterno messaggi e ordini.
Antonello Nicosia, le intercettazioni
Le intercettazioni hanno portato a galla un’amara verità. Di Matteo Messina Denaro, Nicosia diceva “il primo ministro”. L’assistente parlamentare, conduttore in tv della trasmissione “Mezz’ora d’aria”, parlava di legalità e diritti mentre dalle intercettazioni degli investigatori risulterebbe che insultasse il giudice Giovanni Falcone: “E’ stato un incidente sul lavoro”. La parlamentare, entrata in istituti di pena di alta sicurezza, è Giuseppina Occhionero. La deputata non è indagata, ma sarà sentita dai pm di Palermo come testimone.
Accursio Dimino, scarcerato nel 2016 dopo due condanne per associazione mafiosa, all’uscita di galera è tornato ad occupare il ruolo di capomafia di Sciacca. 61 anni, boss di fede corleonese, amico della famiglia di Matteo Messina Denaro, è stato fermato ieri dalla Procura di Palermo con l’accusa di associazione mafiosa. Appena lasciata la cella è tornato a essere pedinato e intercettato dalle forze dell’ordine. In tre anni di indagine hanno accertato come non avesse perso nulla del suo ruolo di capo. Estorsioni, affari con la mafia americana, riciclaggio, Dimino è tornato in affari dunque subito dopo la liberazione.
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