Oggi andiamo alla scoperta di Maurizio Molinari. Il noto giornalista, è uno dei migliori nella panoramica nazionale, nonchè direttore de “La Stampa”
Maurizio Molinari è un giornalista e scrittore italiano, nato a Roma il 28 ottobre del 1964. Prima di iniziare la sua carriera giornalistica, il giovane Maurizio ha intrapreso gli studi presso l’Università Ebraica di Gerusalemme.
Successivamente ha continuato i suoi studi alla Manchester University di Oxford. Ha poi conseguito la Laurea in Scienze Politiche ed in Storia, all’Università La Sapienza di Roma.
Molinari è diventato a tutti gli effetti un giornalista professionista nel 1989 e prima di diventare corrispondente da Gerusalemme prima, Bruxelles e New York per “La Stampa”, ha collaborato a lungo con La Voce Repubblicana.
Attualmente Molinari vive a Torino, ed ha quattro figli tutti nati a New York.
Maurizio Molinari, la carriera del giornalista
Molinari inizia a collaborare per La Stampa dal 1997. Il suo impego più importante per il giornale torinese, lo svolge come inviato da New York per ben 13 anni, dal 2001 al 2014. Poi dopo il lungo impiego presso La Grande Mela, Molinari passa come inviato prima a Bruxelles e poi successivamente a Gerusalemme.
Oltre a “La Stampa”, ha scritto per diverse testate, come: L’Indipendente (di cui è stato direttore della edizione romana), L’Opinione, Il Tempo, Il Foglio e Panorama. Inoltre dal 1° Gennaio 2016, è diventato direttore proprio de La Stampa, quarto giornale per diffusione in Italia.
Maurizio Molinari è anche un volto noto della televisione. Da tempo collabora con alcuni programmi di La7. Infatti è stato ospite fisso a Otto e mezzo, condotto al tempo da Giuliano Ferrara. Molinari spesso appare anche a RaiNews24, Sky TG 24 e Tg5.
I suoi punti di riferimento sono l’ebraismo e il partito repubblicano, oltre alla visione “atlantista“. Infine dal 2000 al 2015 è stato anche un prolifico scrittore. Il suo libro più importante è, senza ombra di dubbio, “Il Califfato del Terrore“. Lo scritto di Molinari è stato definito da Roberto Saviano come un “libro che tutti dovremmo leggere“.
L.P.
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