Inchiesta Open, Marco Carrai indagato: l’imprenditore amico di Renzi è nel Cda della Fondazione

Inchiesta Open, Marco Carrai indagato: l’imprenditore toscano, amico personale di Matteo Renzi, avrebbe un ruolo vcentrale nell’inchiesta.

Inchiesta Open, Marco Carrai indagato. Nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione che si è occupata di organizzare gli appuntamernti della Leopolda spuntano i primi nomi eccellenti. Come il 44enne imprenditore toscano che sarebbe stati perquisito per il suo ruolo all’interno del Cda della Fondazione Open.

In particolare Carrai all’interno di Open si sarebbe occupato dei finanziatori, il nodo centrale dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Firenze. Secondo i magistrati la Fondazione non avrebbe avuto solo un ruolo nella programmazione della Leopolda. Ma avrebbe agito come articolazione di partito provvedendo anche alle spese di diversi parlamentari. E avrebbe anche messo a loro disposizione carte di credito e bancomat”.

Così il suo ex presidente, l’avvocato Alberto Bianchi, e l’imprenditore Marco Carrai (presidente di Toscana Aeroporti) sono stati perquisiti. Bianchi sarebbe accusato per il traffico di influenze, reato già contestato dalla procura nel settembre scorso, ma anche di finanziamento illecito ai partiti.

Inchiesta Open Marco Carrai indagato Matteo Renzi
Inchiesta Open, Marco Carrai indagato: Matteo Renzi commenta così (Getty images)

Leggi anche: Open: perquisizioni all’alba nell’ex fondazione di Matteo Renzi

Fondazione Open, perquisizioni in dieci città. Matteo Renzi reagisce così

Ma come funzionava la Fondazione Open? Ufficialmente è rimasta attiva  dal 2012 al 2018 per sostenere la convention della Leopolda e altre iniziative politiche di Matteo Renzi. I magistrati però sospettano che servise anche ad altro. Per questo oggi le perquisizioni hanno interessato le sedi di Open nel capoluogo toscano ma anche in altre dieci città italiane. Sono Roma, Napoli, Milano, Torino, Parma, Bari, La Spezia, Alessandria, Pistoia e Modena. Una ventina di operazioni, che hanno riguardato anche case e uffici di diversi finanziatori illustri.

Matteo Renzi, per ora, ha parlato solo via Facebook: “Chi ha finanziato in questi anni la Fondazione Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni. Aspetteremo con un sorriso la fine delle indagini, i processi, le sentenze, gli appelli. Ci fidiamo della giustizia italiana: ci possiamo permettere di aspettare perché conosciamo la verità. Io credo nella giustizia. E so che la giustizia arriva, prima o poi arriva”.

Poi ha ricordato che i due pm di Firenze, Creazzo e Turco, sono anche quelli che avevano firmato l’ordine di arresto per i suoi genitori. “Qualcuno prima o poi unirà i fili di ciò che è successo in questi mesi: a me sembra tutto molto chiaro. Basta avere un po’ di pazienza – ha concluso – e a noi la pazienza non manca. Lasciamo che ci siano le indagini, i processi, le sentenze. E rispettiamo il lavoro dei giudici, dei finanzieri, dei giornalisti. Noi siamo per la trasparenza, sempre. E i processi li vogliamo fare nei tribunali, non nei social. Quanto a noi sabato saremo con Italia Viva a Bologna. Domenica a Pistoia. Lunedì a Milano. In quelle sedi dirò che cosa penso”.