Nuova archiviazione per il caso Emanuela Orlandi, stavolta sui resti del cimitero in Vaticano: il fratello Pietro non si arrende.
Nei giorni scorsi, il procedimento relativo alla presunta sepoltura in Vaticano, presso il Cimitero Teutonico, dei resti di Emanuela Orlandi è stato archiviato. La decisione viene “dal giudice unico dello Stato della Città del Vaticano che ha integralmente accolto la richiesta dell’Ufficio del promotore di giustizia”. Lo si apprende da una nota della Santa Sede. Il Vaticano spiega che l’estate scorsa, dopo la denuncia della famiglia Orlandi, il promotore di giustizia, Gian Piero Milano, ed il suo aggiunto, Alessandro Diddi, “avevano autorizzato l’accesso a due tombe ubicate all’interno del Cimitero Teutonico, poi risultate vuote”.
Leggi anche –> Caso Emanuela Orlandi: gli aggiornamenti sulle analisi dei resti
Il caso Emanuela Orlandi, la famiglia cerca ancora la verità
Il Vaticano sottolinea l’intenzione di dimostrarsi collaborativo. Quindi “lascia alla famiglia Orlandi di procedere, privatamente, ad eventuali ulteriori accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi, in contenitori sigillati, presso la Gendarmeria”. La sentenza delude però la famiglia Orlandi. Pietro – il fratello di Emanuela – scomparsa a giugno di 37 anni fa, commenta la notizia con il portale Fanpage.it e avverte: “Non finisce qui”. Perplessità vengono espresse da Laura Sgrò, l’avvocato della famiglia Orlandi: “Gli accertamenti sulle ossa repertate, ben 26 sacchi, sono avvenuti l’estate scorsa e sono durati poco più di due giorni, non consecutivi. Si tratta di esami puramente visivi, che, a detta dei migliori consulenti in materia, non sono sufficienti a datare con precisione le ossa”.
La scorsa estate, sulla vicenda era intervenuto Ali Agcà, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II, in una lunga lettera. L’ex lupo grigio sostiene che la ragazza “non fu mai sequestrata nel senso classico del termine”, al contrario “fu vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi-politici collegati anche con il terzo segreto di Fatima”. Quindi accusa direttamente i servizi segreti americani: “Tutti invitano il Vaticano a rivelare qualche documento in suo possesso sull’intrigo internazionale Emanuela Orlandi. Invece io invito la Cia a rivelare i suoi documenti segreti sull’intrigo Emanuela Orlandi, confessando anche la responsabilità diretta della Cia su quel complesso di intrighi internazionali degli anni 1980”.
Leggi anche –> “Emanuela Orlandi è viva e sta bene, vittima di un intrigo internazionale”