Gli anticorpi dei lama del Perù possono aiutare nella battaglia contro il Coronavirus: cosa afferma il virologo italiano Guido Silvestri.
Nella battaglia per sconfiggere il Coronavirus, vi sono ogni giorno degli elementi importanti di novità. Uno studio della University of Texas Austin dimostra come un contributo potrebbe arrivare dal Perù e da animali caratteristici di quella popolazione, ovvero i lama. Si tratta di un contributo scientifico, che per quanto potrebbe essere determinante, come spiega nel suo aggiornamento quotidiano il professor Guido Silvestri, virologo docente presso la Emory University di Atlanta, Stati Uniti. Scrive infatti l’esperto originario di Senigallia: “Sembra una storiella ma non lo è”.
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Il Coronavirus e gli studi sui lama del Perù
Cosa c’entrano i lama col Coronavirus? Scrive Silvestri su Facebook: “Un possible aiuto decisivo nella battaglia contro SARS-CoV-2 potrebbe venire dai addirittura dai lama – non quelli mistici del Tibet, ma quelli sputacchioni del Perù”. In sostanza, “questi animali, che sono distanti cugini di cammelli e dromedari, hanno la strana proprietà di fare degli anticorpi in cui la parte che riconosce l’antigene (cioè la struttura del patogeno che si vuole neutralizzare) è costituita da una sola catena polipeptidica, anziché due come nell’uomo, nelle scimmie, nei topi etc. Questi anticorpi ‘monocatena’ (in gergo tecnico si chiamano “heavy-chain-only antibodies, HCAbs, con un “single variable domain”, VHH) sono utili in quanto più facili da sintetizzare e più stabili dal punto di vista sia termico che chimico”.
Il virologo spiega ancora: “In uno studio appena uscito su Cell (Wrapp et al. Structural Basis for Potent Neutralization of Betacoronaviruses by Single-Domain Camelid Antibodies. Cell, 2020; 181:1-12), il gruppo di Jason McLellan alla University of Texas Austin, ha immunizzato dei lama con la spike di SARS-CoV-2 ed ha notato la produzione di anticorpi ‘monocatena’ capaci di neutralizzare con grande potenza questo virus (e, tanto per gradire, anche SARS-CoV e MERS). Gli autori di questo studio hanno poi fuso questa VHH con il frammento costante delle IgG umane, il cosiddetto Fc, così creando una molecola chimerica uomo-cammello – se volete, una specie di centauro immunologico – che è capace di neutralizzare SARS-CoV-2 in vitro e potrà essere sviluppata per uso terapeutico contro COVID-19 (a mio avviso, in modo alquanto promettente)”. Con la consueta ironia, Silvestri conclude le sue quotidiane pillole di ottimismo. “Ma secondo voi se l’aspettava questo virus che gli scatenassimo contro perfino le truppe cammellate?”, si domanda infatti.
PILLOLE DI OTTIMISMO[Ovvero: L’OTTIMISMO CHE VIENE DALLA CONOSCENZA]Bollettino del 8 maggio 20201. LA RITIRATA…
Pubblicato da Guido Silvestri su Giovedì 7 maggio 2020
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