Questa volta l’attore comico, ex Premiata Ditta, nonchè doppiatore, non la manda a dire. Lui e molti altri come lui sono rimasti con il c…. per terra.
Pino Insegno nasce a Roma nel 1959. La sua carriera comincia negli anni Ottanta con la Premiata Ditta, quando insieme ai colleghi Roberto Ciufoli, Francesca Draghetti e Tiziana Foschi, partecipa a programmi di grande successo come Pronto, chi gioca? condotto da Enrica Bonaccorti, e Pronto, è la Rai? condotto da Giancarlo Magalli e Simona Marchini.
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Il grande successo con la “Ditta” arriverà con il passaggio a Mediaset negli anni Novanta a con la sitcom Finché c’è ditta c’è speranza, seguita da Premiata Teleditta, Telematti e Oblivious.

Il doppiaggio
La sua cifra però è il doppiaggio. Non tutti sanno che molti grandi attori hollywoodiani devono parte del loro successo alla voce e al timbro di Pino Insegno. L’elenco è una carrellata di star: Will Ferrell, a Viggo Mortensen in Aragorn ne Il Signore degli Anelli , Sacha Baron Cohen in Borat, Lenny Kravitz, Jamie Foxx sia nel ruolo di Ray Charles che nel ruolo di Django nel film di Tarantino, Brad Pitt e Denzel Washington e solo per citarne alcuni.

Sue sono anche le voci di molti protagonisti di film d’animazione di enorme successo: John Smith in Pocahontas, Diego la tigre ne L’era glaciale, l’orso Boog in Boog & Elliot a caccia di amici. Sua la voce dello Specchio Magico nei film Shrek e Shrek 2, Sinbad nel film Sinbad – La leggenda dei sette mari e per finire Chick Hicks in Cars – Motori ruggenti e Cars 3.
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La crisi
E’ di qualche giorno fa lo sfogo dell’attore su Instagram circa la difficoltà che attraversa il settore dello spettacolo e, soprattutto del teatro. Insegno, in un video affidato al social, rammenta che per andare al teatro oltre al green pass, mascherina e distanziamento, ci sono anche autocertificazioni da firmare. Inoltre, per fare lo stesso numero di spettatori di un teatro pieno al 100%, in periodo Covid è necessario fare tre spettacoli, con conseguente versamento di tre SIAE, Inps e balzelli vari.
Queste le parole di Insegno sul post: Un terzo della capienza, Green pass, distanziamento , mascherina, è una fetta di c… nooo. Le tasse però intere. L’Italia e’ una repubblica fondata sul lavoro …. E sull’arte ormai dimenticata.
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Un settore in ginocchio, quindi. E se questo può avere un prezzo relativo per attori di fama, che, in qualche modo hanno risorse alle quali attingere, diverso è per le maestranze dello spettacolo, che, a tutt’oggi, sono state escluse di fatto da forme di assistenza.
Indennizzi
Grazie al Sostegni Bis verrà erogata una indennità straordinaria di 1.600 euro, che spetterà ad artisti e lavoratori dello spettacolo con sette giornate giornate di lavoro e reddito inferiore ai 35.000 euro e a coloro con almeno trenta giornate lavorative ed un reddito inferiore ai 75.000 euro. Va da sé che 1600 euro non sono abbastanza per salvare un intero comparto in crisi.