La scienza ci aiuta in molti modi, ma anche la natura è scienza e, certe volte, basterebbe recuperare i rimedi della tradizione.
I nostri nonni non avevano a disposizione medici specialisti a tutte le ore o farmacie con ogni tipo di medicine di sintesi. Ora senza nulla negare alla farmacopea ufficiale, esistono disturbi che possono essere curati con rimedi tradizionali di origine naturale.
Una radice con tanti nomi
Uno di questi è rappresentato dalla radice di una pianta erbacea e perenne: Armoracia rusticana. Detta con il suo nome scientifico può dire poco, più rivelatori sono i nomi popolari e sono tanti: cren, barbaforte, rafano di Spagna o orientale, in breve, il rafano.

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Da dove viene?
Gli studiosi ritengono che sia originario dell’Europa dell’Est. Cresce selvatico ancora in Russia sud-occidentale, Polonia, Romania ed in Turchia.
Già Plinio il Vecchio, nel primo secolo dopo Cristo, esaltava le proprietà della pianta.
Le proprietà
Il suo uso dilagò nel Medioevo, dove veniva largamente usato nelle erboristerie dei conventi per le sue molteplici proprietà digestive, diuretiche, antibiotiche.
I principi attivi contenuti nel rafano sono: i glucosinolati (GLS), la luteina e la zeaxantina.
I glucosinati hanno un valore antibiotico ad ampio spettro ed antibatterico che si dimostra particolarmente efficace in presenza di infiammazioni urinarie ed alle vie respiratorie, oltre ad essere efficace in presenza di batteri aggressivi come lo streptococco e lo stafilococco aureo.
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Grazie all’alto contenuto di vitamina C, è un potente antiossidante e combatte gli effetti dei radicali liberi.
L’isotiocianato di allile, che da’ al rafano il suo caratteristico sapore piccante, secondo alcuni studi eseguiti in Cina, è efficace nella prevenzione del tumore alla vescica, oltre ad avere proprietà detossinanti del fegato.
Recenti studi ne hanno evidenziato l’efficacia nel trattamento dell’obesità aumentando la lipolisi ed evitando così l’accumulo di adiposità.
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Come si consuma?
Oltre a consumarlo come verdura cruda, viene utilizzato sotto forma di sciroppo, come usavano i nostri nonni.
Le ricette sono molteplici. Si passa dal tagliare la radice a fettine sottili e ricoprirle di zucchero ed attendere la formazione dello sciroppo, o mescolarlo, per renderlo più gradevole al palato, con zenzero, cannella e miele.
Provare per credere.