Da Facebook a Meta. Cosa c’è dietro il cambio del nome del social più famoso

Proprio in queste ore il CEO di Facebook, il social più datato e più famoso di tutti, ne ha annunciato il cambio del nome, si chiamerà Meta. Ma cosa c’è dietro questa decisione?

Mark Zuckerberg, fondatore nel 2004 e CEO di Facebook ha annunciato in queste ore  che il social più popolare al mondo cambierà nome, si chiamerà META.

Ha motivato la sua decisione con l’intenzione di dare un nome più appropriato alla galassia che ruota intorno a Facebook cioè Instagram, Messenger, Whatsapp, Oculus, Workplace, Portal, Novi.

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Il nome deriva dal greco e significa “dopo”, nelle intenzioni di Zuckerberg l’evoluzione del social ad una realtà più evoluta che comunque ha come finalità quella di connettere le persone.

Meta - il nuovo logo
Meta – il nuovo logo (facebook)

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Secondo Zuckerberg siamo al secondo capitolo della realtà di Internet, che metterà in contatto oltre un miliardo di persone e che riuscirà a dare lavoro a milioni di persone.

La frase che apre il nuovo sito meta.com recita così: Connection is evolving and so are we. Quindi non un cambiamento, ma una evoluzione dell’esistente.

Ma è proprio così?

In realtà potrebbe esserci dell’altro. L’ex manager Frances Haugen, ingegnere informatico ex dipendente di Facebook ha passato al Wall Street Journal dei documenti, che sarebbero dovuti rimanere segreti, nei quali Facebook risulterebbe colpevole di creare algoritmi in grado di aizzare  rabbia sociale ed essere in qualche modo responsabile dell’attacco al Campidoglio, la sede del Congresso statunitense, dei sostenitori di Trump, negli ultimi giorni della sua presidenza.

Mark Zuckerberg
Mark Zuckerberg (GettyImages)

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Facebook si è quindi ritrovata nuovamente in mezzo ad uno scandalo, dopo quello di Cambridge Analytica, nel 2018. Per chi non lo ricordasse, la società aveva raccolto senza consenso i dati personali di 87 milioni di utenti Facebook  che furono poi usati a scopi politici.

Zuckerberg avrebbe quindi optato per un cambio radicale. Invece di tentare di ripulire il marchio per l’ennesima volta, ha pensato di crearne uno nuovo, brand new, senza macchie (per il momento, almeno).