Pignoramento del conto corrente: a rischio i risparmi degli italiani | Ecco quando lo Stato può farlo

Chi non risulta in regola entro il 2 novembre, potrà subire gravi perdite. Consigliamo quindi di correre immediatamente ai ripari

La data è già trascorsa. E qualcuno potrebbe aver già ricevuto “notizie” dall’Agenzia delle Entrate. Quella del 2 novembre, infatti, era una data temutissima. La data in cui iniziava la riscossione delle cartelle esattoriali.

Banconote con errori di stampa (web source)
Attenzione ai risparmi (web source)

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Le cartelle esattoriali

Si tratta delle cartelle esattoriali che vanno dall’8 marzo 2020 fino al 30 agosto 2021. Per mesi, infatti, le rate delle cartelle esattoriali sono state sospese. Questo, evidentemente, a causa della pandemia da Coronavirus, che ha fiaccato anche l’economia. La proroga del pagamento delle cartelle esattoriali era stata disposta nel 2020 con il Decreto Cura Italia emesso dal Governo presieduto da Giuseppe Conte.

Soldi (Getty Images) 2
A rischio i conti correnti (Getty Images)

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Ma ora la fatidica e spaventosa data del 2 novembre è arrivata. Era quello il termine entro cui pagare almeno la prima rata. Chi non ha pagato entro il 2 novembre non è in regola. E, quindi, rischia grosso.

Cosa si rischia

I soldi degli italiani inadempienti, quindi, sono in bilico. Il rischio di pignoramento del conto corrente potrebbe essere molto, molto concreto per i cittadini che verranno “beccati” non in regola con i pagamenti. Tutto avviene quasi automaticamente decorsi i 60 giorni dal momento in cui ci si doveva mettere in regola. In caso di conti co-intestati, si arriverà al pignoramento di metà della somma presente sul conto.

Agenzia delle Entrate
Agenzia delle Entrate

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Ma l’aggressione ai conti correnti non è l’unica sanzione che può avvenire. L’Agenzia delle Entrate può infatti rivalersi non solo sul conto corrente, ma anche sugli stipendi dei cittadini debitori. Per chi è “fuorilegge”, quindi, ogni somma è aggredibile dallo Stato. Ma l’Agenzia delle Entrate ha anche altri strumenti per intervenire su chi non si è messo in regola entro il 2 novembre. Quali, per esempio, le ipoteche sugli immobili dei cittadini interessati dagli accertamenti. Stesso discorso vale per i mezzi, che possono essere sottoposti a fermo amministrativo.

Tutto, ovviamente, dovrà avvenire nella massima trasparenza, altrimenti il cittadino potrà impugnare il provvedimento con la speranza di recuperare il maltolto. Consigliamo, tuttavia, di pagare il dovuto. Dato che le somme possono essere anche rateizzate.