Alessio Sakara è un grande campione di boxe e MMA. Uno dei più noti in Italia. Eppure il suo mito sul ring è molto diverso da quello che chiunque potrebbe immaginare.
Chi ama gli sport di combattimento ama Alessio Sakara. Anche perché lui fa di tutto per dare spettacolo. E non solo sul ring della micidiale disciplina MMA (Mixed Martial Arts), un frullato tra la boxe e un’infinità di altre arti marziali: sport tanto emozionante da seguire quanto devastante per chi la pratica.
Ma oltre a questo, Alessio prova a colpire il suo pubblico anche come conduttore televisivo e attore. Due discipline senz’altro dure, e quindi potenzialmente adatte al machissimo fighter, ma in cui Sakara non ha ancora mollato il colpo da KO. Ci sarà tempo: aspettiamo con fiducia le prossime riprese.
Quello in cui il nostro combattente si distingue è la longevità della sua vita sportiva. Nato nel 1981 ha scambiato colpi micidiali come mediomassimo UFC dal 2005 al 2013. Per chi non lo sapesse la UFC è la Ultimate Fighting Championship, una delle prime leghe americane di arti marziali miste, sviluppo muscolare di una carriera cominciata come “semplice” boxeur, con un record di otto vittorie e una sola sconfitta.
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Oggi, a quasi quarant’anni, Sakara non è ancora stanco di dare e ricevere colpi micidiali ed è passato nell’ancora più competitiva federazione “Bellator MMA”, che unisce (se così si può dire per una disciplina che vede i suoi adepti colpirsi in ogni modo possibile e immaginabile) i “mixed martial artists” attivi sul continente americano.
Con una vita così, sarebbe logico aspettarsi che i miti di Alessio Sakara vengano dal mondo del combattimento. Magari non fantasiose farfalle del ring come Mohammed Ali, ma rudi picchiatori come Marvin Hagler, Mike Tyson o Roberto Duran, detto “mano di pietra”.
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Invece no. Il mito di Sakara è un tormentato poeta che ha cantato l’amore come forse nessun altro ha saputo fare. Maschio, anzi macho, come pochi altri ma con il cuore tenero e con una sensibilità che ancora oggi commuove, invece di colpire come un cazzotto in faccia o un calcio nello stomaco.
Quel post sul “Califfo”
Pochi giorni fa sul suo profilo Alessio Sakara ha pubblicato una nota immagine di Franco Califano (sì, proprio lui) al sacco da boxe, commentandolo con queste parole: “Quando vedi il tuo cantante preferito al sacco da boxe e pensi: TUTTO IL RESTO E’ NOIA”.
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Una vera dichiarazione d’amore. Franco Califano è stato il prototipo dello sciupafemmine. Dal suo harem sono passate, secondo le sue dichiarazioni, più di 1500 donne (la prima a 10 anni).
Il Califfo è sempre stato un gentleman e non ha mai vantato i nomi delle sue conquiste. Sono state loro semmai, in qualche caso, a raccontare al pubblico i loro momenti di passione.
Chi avrebbe immaginato che un giorno avrebbe conquistato anche il cuore di un feroce combattente del ring come Alessio Sakara?