Roberta Bruzzone, la famosa criminologa confessa: “quella volta l’indagata potevo essere io”

Roberta Bruzzone, la criminologa, nonché opinionista di fatti di cronaca nera e conduttrice lei stessa di programmi noir, rivela come, ad un certo punto della sua vita, ha rischiato di essere l’inquisita e non l’inquirente.

Roberta Bruzzone, la richiestissima psicologa forense, quella che si contendono tutte le televisioni quando si tratta di commentare uno scottante caso di cronaca nera, nasce a Finale Ligure, in provincia di Savona, nel 1973.

Si laurea in Psicologia clinica a Torino ed è iscritta all’albo degli Psicologi Forensi. C’è da dire, per amor di verità, che non esiste un albo per i criminologi, titolo di cui si fregia, né un percorso universitario ad hoc. Si parte dallo studio della psicologia per arrivare alle scienze forensi, approfondendo la materia in tutte le sue sfaccettature.

La Bruzzone in tribunale
La Bruzzone in tribunale (Instagram)

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I suoi casi più famosi

Seppur professionista della criminologia da anni, entra nelle case degli Italiani grazie al famigerato caso di Avetrana, l’omicidio dell’adolescente Sarah Scazzi, per il quale sono state condannate la cugina e la zia.

Roberta all’epoca è stata consulente della difesa per Michele Misseri, lo zio di Sarah, in un primo tempo autoaccusatosi dell’omicidio, confessione che poi ritrattò, querelando sia il suo avvocato che la Bruzzone.

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Molti sono i casi di cronaca seguiti dalla criminologa, molti dei quali diventati mediatici: la strage di Erba, l’omicidio di Melania Rea, il caso Varani e l’omicidio a Miami per cui è in carcere Chico Forti.

Roberta e il marito
Roberta e il marito (Instagram)

Una vita “pericolosa”

La vita di Roberta Bruzzone e più in generale quella di una criminologa che entra in contatto con assassini e perversioni varie non deve essere semplice, ci vuole decisamente una buona dose di coraggio.

Ma la Bruzzone non ha rinunciato né all’amore né alle sue passioni. E’ sposata, in seconde nozze, con Massimo Marino, con cui condivide la passione, diciamo così, per il crimine, infatti è funzionario di polizia. L’altro suo grande amore è la moto, come dimostrano le foto che pubblica sui suoi canali social.

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Roberta Bruzzone versione biker
Roberta Bruzzone versione biker (Instagram)

La confessione

Quello che non era noto ai più è che la stessa Roberta ha rischiato di essere oggetto di indagine per un evento criminoso.

Intervistata da Caterina Balivo a Vieni da me, la Bruzzone ha rivelato particolari della sua infanzia. Non era una bambina tranquilla, tutt’altro, era davvero una peste. Le piaceva giocare con le bambole, ma non come facevano le altre bimbe, a lei piaceva decapitarle e smembrarle.

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 La Bruzzone ha due fratelli gemelli più piccoli, ma quando nacquero non la prese benissimo.

A tre anni, infatti tentò di annegarli  nella vasca da bagno durante il bagnetto. Fortunatamente la nonna la vide e la fermò in tempo.

Abbiamo rischiato di avere una detenuta in più ed una criminologa in meno.