Le multinazionali hanno deciso: la carne del futuro sarà vegetale | Tempi duri per i carnivori

Lo notizia arriva dall’America. Anche le grandi multinazionali della carne puntano sul vegano e sul biologico. Per chi ama bistecche e hamburger saranno tempi difficili.

Che la carne oggi faccia male, ormai l’abbiamo imparato. Qualche anno fa mangiarla era quasi obbligatorio per stare bene fisicamente, crescere sani, sviluppare il cervello. Così ci avevano insegnato dottori e scienziati. Oggi la carne rossa è la fonte di tutti i mali, ma occorre guardarsi anche dalla carne bianca, allevata intensivamente, in particolare quella di pollo. Chi non ha visto i video di youtube, con i macelli industriali e i pollai terrificanti?

E poi la carne, si dice, è poco sostenibile. Per un chilo di carne servono 15 mila litri d’acqua, dicono alcuni studi (in verità molto contestati)                    

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E questo per non parlare della “carbon print”, l’emissione di CO2, contro la quale puntano il dito gli ambientalisti.

Le grandi multinazionali della carne scelgono il vegetale | Web Source
Le grandi multinazionali della carne scelgono il vegetale | Web Source

Ogni volta che mettiamo nel piatto una bistecca o un bell’hamburger gustoso ci sentiamo puntare contro il dito accusatore di Greta Thunberg. Come se non bastasse quello del medico che ci ricorda i pericoli del consumo eccessivo di carne, la cancerogenicità delle grigliate, per non parlare della pura e semplice irresponsabilità di mangiare una fetta di salame.

Greeta Tunberg_ per una volta schierata con le multinazionali | Web Source
Greeta Tunberg_ per una volta schierata con le multinazionali | Web Source

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In questo clima di caccia al carnivoro, anche le grandi multinazionali della carne hanno deciso di alzare bandiera bianca. I tempi non sono i migliori per il vecchio hamburger di manzo. Mentre anche McDonald’s e le catene di fast food fanno a gara per inventare alternative “sostenibili”, la brasiliana JBS e l’americana Tyson Food annunciano che il futuro sarà l’hamburger vegetale.

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Il pollo fritto vegetale | Web Source
Il pollo fritto vegetale | Web Source

Dal canto suo anche un’altra azienda d’oltreoceano, la Hormel Foods, corre ai ripari, lanciando il salame vegetale mentre Impossible Foods (un nome, un programma) presenta una nuova “carne” fatta di grano, olio di cocco, eme (heme per gli inglesi). 

Per chi si chiedesse che diavolo sia questo eme, novità techno vegana che nel nome ricorda il sangue, si tratta di un “composto organico ricco di ferro”. Invitante.

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Di queste novità si dice un gran bene. Le proteine vegetali un tempo considerate “povere” perché prive degli aminoacidi essenziali, sono state sdoganate ed equiparate a tutti gli effetti a quelle animali. Le proteine alternative hanno inoltre “un impatto positivo sulla sostenibilità”, almeno così si sostiene.

Big Meat scende in campo per il vegan

Benché molto più costosa e, diciamolo, molto meno buona della carne “normale”, la cosiddetta carne vegetale sta spopolando, con incremento del 45% all’anno. Nulla, in confronto all’espansione che questi prodotti avranno nei prossimi anni, ora che “big meat” è scesa in campo al loro fianco.

Ai nostalgici della costata di manzo non resta che arrendersi e sperare che la carne vegetale faccia davvero bene come si dice, a chi la mangia e all’ambiente. 

Non ci sono molte altre alternative. Buone grigliate vegane a tutti.