Un elenco infinito di album e successi, che, tuttavia, non danno la misura della grandezza e delle fragilità del rocker.
Un mito. Difficile condensare la vita e la carriera di Vasco Rossi. Probabilmente il più grande rocker italiano. Ma con grandi fragilità, che, talvolta, sono emerse anche dai testi delle sue bellissime canzoni.

La carriera di Vasco Rossi
Dall’inizio della sua carriera nel 1977, ha pubblicato 34 album, di cui 18 in studio, 11 dal vivo e 5 raccolte ufficiali, oltre a due EP e un’opera audiovisiva; complessivamente ha scritto 191 canzoni, oltre ad aver scritto anche numerosi testi e musiche per altri interpreti. Ha venduto quasi 40 milioni di dischi ed è dai primi anni ottanta uno degli artisti italiani di maggiore successi.
Nell’elenco dei record, menzioniamo anche il fatto che è il primo artista italiano per numero di copie vendute nel decennio che va dal 2010 al 2019. Quasi pleonastico fare un elenco dei suoi più grandi successi: da “Vita spericolata” a “Siamo solo noi”, passando per “Albachiara”, “Cosa succede in città”, “Siamo soli”, “Io no”, “Bollicine”. Ma l’elenco potrebbe essere pressoché infinito.

E, soprattutto non indicativo della grandezza del Blasco nazionale. Ancora oggi molto amato dai suoi fan sparsi in tutta l’Italia.
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Le fragilità di Vasco

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Oggi 69enne, il rocker non molla. Continua a essere molto prolifico e prepara, con la speranza che il Covid dia tregua, un tour per tutto il Paese. I suoi testi sono ironici, provocatori, ma anche sentimentali e introspettivi.
E proprio dai testi dei suoi grandi successi è possibile percepire la sofferenza che, talvolta, ha affrontato il cantante. Ed è stato lui stesso, nel corso di un’intervista, a parlarne. Senza filtri, proprio come è abituato lui.
Il rocker di Zocca ha raccontato di aver sofferto di una complessa forma di depressione. Di averla affrontata. Di aver tentato di curarla con i metodi tradizionali. Ma di averla superata attraverso l’arte. Già, l’arte. Che sia la musica, il cinema, la pittura, l’arte è salvifica. Nel caso di Vasco Rossi, la “medicina” è stata la lettura de “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust.
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Un vero e proprio capolavoro della letteratura. Bollato da alcuni come “pesante” o “noioso”. Ma non da Vasco: “Non mi sono annoiato un attimo, mai”. Anzi, il cantante si è detto “incantato” dalle pagine di Proust: “Mi ha permesso di uscire da me, mi ha offerto una vita che era molto meglio della mia”.