È un tema dibattuto da anni che divide il mondo politico e l’intera popolazione. La libertà di scelta delle donne riguardo la maternità e l’aborto è ancora un nodo da sciogliere completamente e lo Stato sta cercando, anche con questo nuovo intervento, di trovare una soluzione che accontenti tutti.
Il Consiglio di Stato oggi ha emesso una sentenza che però si precisa non essere assolutamente in contrasto con il diritto del minore né con il diritto dei titolari della responsabilità genitoriale.

L’eterna diatriba tra chi sostiene la libertà sessuale e le associazioni pro-vita
Si tende a precisare che con questa decisione non c’é stata nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza. La scelta è stata presa a termine di una lunga diatriba iniziata già due anni fa a seguito di una sentenza del Tar del Lazio. Nei mesi a seguire erano infatti arrivati i numerosi ricorsi di molte associazioni pro vita che si schieravano nettamente contro l’ultima sentenza.
Nell’ottobre 2020 l’Agenzia italiana per il farmaco, l’Aifa, si era espressa in merito all’utilizzo della pillola dei cinque giorni dopo. Il farmaco a detta degli specialisti e dei giudici, non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria di gravidanza.
La sua assunzione, inoltre, non ha fatto riscontrare alcun problema legato a possibili effetti collaterali. L’ipotesi avanzata da qualcuno che la pillola provocasse danni al fegato o gravidanze extrauterine è stata, dunque, fugata senza dubbio.
Le compresse utilizzano un meccanismo d’azione anti ovulatorio che perciò agisce ben prima del momento dell’impianto dell’embrione nell’utero. E’ per questi motivi che non si può assolutamente parlare di aborto.
La decisione che semplifica la reperibilità della pillola dei cinque giorni
Fino ad oggi la pillola dei 5 giorni si poteva acquistare nelle farmacie a fronte di una prescrizione medica, almeno per le ragazze minorenni. La decisione del Consiglio di Stato ha rivoluzionato il sistema e ha permesso anche alle giovani sotto i 18 anni di età di acquistare il farmaco in completa autonomia e libertà per evitare il rischio di una gravidanza indesiderata.
Il fine di questa decisione non e quella di contrastare il diritto al minore, bensì quello di tutelare la sanità fisica e mentale dei minori di 18 anni mantenendo integra la dignità di ogni donna.
Con questa sentenza il Consiglio di Stato ha voluto proteggere il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione di ogni singolo individuo. L’attenzione si è volta soprattutto sulla libertà della sfera più intima, quella sessuale, che da oggi potrà essere goduta senza la necessità di un consenso da parte dei genitori o di figure maggiorenni.