La pensione è uno dei momenti più importanti nella vita di ognuno di noi. Andiamo a scoprire di cosa si tratta e perché non per tutti vale allo stesso modo.
La pensione, un mezzo ormai noto da anni ed in tutto il mondo. In alcuni casi, ci si può andare pure in maniera anticipata.

La pensione anticipata consente ai lavoratori di lasciare il proprio lavoro prima del raggiungimento della pensione per anzianità – nel 2022 è prevista per chi compie 67 anni ed ha alle spalle almeno vent’anni di contributi, oppure chi ne ha 64 ed ha lavorato per 38 anni.
Oltre agli anni di contributi versati nelle casse dello stato, esistono altre condizioni che consentono di accumulare bonus sulla pensione durante gli anni del lavoro, in modo tale da poter ottenere l’assegno pensionistico prima del tempo ordinario.
La normativa riguardante le malattie ed i bonus sulla pensione, infatti, stabilisce quanto segue nel caso in cui si dovesse soffrire di specifiche malattie.
Si può ottenere annualmente un bonus sulla pensione per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, non essendo più fisicamente (o mentalmente) in grado di svolgere determinati ruoli professionali.
Ci riferiamo proprio a determinate malattie, considerate invalidanti. Chi ne soffre, può ricevere ogni anno uno sconto per far scattare successivamente il prepensionamento. Scopriamo di quali patologie stiamo parlando e perché sono indicate dalla normativa.
Pensione anticipata: le malattie che lo permettono
Per poter ottenere il bonus di cui vi stavamo precedentemente parlando, si deve essere affetti da una patologia che prevede un grado di disabilità superiore al 74%. Lo “sconto” consiste nel riconoscere due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro.
In ogni caso, va considerato che il limite massimo del contributo figurativo non può superare i cinque anni, secondo quanto stabilito dal decreto legge numero 388 del 23 dicembre 2000.
E quindi, di conseguenza, i lavoratori colpiti da un handicap grave possono andare in pensione cinque anni prima della pensione media. Il bonus va così ad allungare la lista delle agevolazioni riconosciute a chi ha un’invalidità superiore al 74%.
Quest’ultimi, può accedere all’APE Sociale. Ovvero, una prestazione di accompagnamento che viene calcolata come la prestazione pensionistica, tenendo conto di una soglia massima dal punto di vista economico (1.500 euro al mese).
Una soglia a cui si può accedere a 63 anni, dopo aver versato trent’anni di contributi. Un’altra misura che sarebbe bene conoscere, è quella della pensione anticipata precoci, riservata agli invalidi al 74% che rispettano il requisito di dodici mesi minimi di contribuzione da lavoro effettivo erogati prima dei diciannove anni di età.
Anche aver accumulato quarantuno anni di lavoro ed essersi iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996, possono essere ottime condizioni di accesso. E’ bene evidenziare anche l’assegno originario di invalidità.
Un dettaglio che l’INPS eroga agli invalidi gravi e che hanno alle spalle almeno cinque anni di contributi, di cui tre versati negli ultimi cinque anni. In tal senso, è necessario avere una capacità lavorativa ridotta.