La nuova chemioterapia per sconfiggere il cancro al seno | I risultati sono sorprendenti

Gli studiosi hanno registrato un rallentamento della progressione del male e un aumento significativo dell’aspettativa di vita della paziente

Tumori al seno (web source) 24.7.2022 direttanews
Tumori al seno (web source)

In Italia, in sei anni (2015-2021), la mortalità per il tumore della mammella è diminuita di quasi il 7% (6,8%). Un risultato significativo per la neoplasia più frequente nella popolazione (circa 55mila nuove diagnosi nel 2020). Ma ulteriormente migliorabile in termini di qualità di vita delle pazienti. Ecco che, in tal senso, lascia davvero ben sperare questa nuova terapia, che potrebbe essere una vera e propria svolta.

In Italia le donne che vivono dopo la diagnosi di carcinoma della mammella sono aumentate del 43% in dieci anni. Da 581.373 nel 2010 a 834.154 nel 2020. La sopravvivenza a 5 anni raggiunge l’88%.

Il nostro Paese, purtroppo, è ancora in ritardo nell’utilizzo dei test genomici che permettono di limitare il ricorso alla chemioterapia dopo l’intervento chirurgico nelle donne con tumore del seno in stadio precoce. La maggioranza dei casi di tumore della mammella è di tipo luminale, cioè esprime i recettori estrogenici ma non la proteina HER2.

Dopo la chirurgia, il trattamento sistemico prevede l’utilizzo della terapia ormonale nei casi considerati a basso rischio oppure l’aggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale, in presenza di un rischio elevato.

La nuova tecnica

Non somministrare chemioterapie inutili, oltre a ridurre le ansie delle pazienti e le disparità di trattamento, consente di eliminare sofferenze e disagi per migliaia di donne. Il nome della speranza è trastuzumab deruxetan.

Gli scienziati, infatti, stanno studiando una tecnica che permetterebbe di iniettare i farmaci per la chemioterapia direttamente dentro le cellule malate, mediante un farmaco in grado di rilevare particolari recettori presenti sulla loro superficie. Questo farmaco sarebbe proprio il trastuzumab deruxetan, che nei primi test effettuati ha dato risultati soddisfacenti.

I tumori lobulari, che rappresentano il 10-20% di tutti i tumori del seno, spesso sono orfani di target-therapy. Non sono cioè attualmente disponibili terapie molecolari mirate alle specifiche mutazioni genetiche di queste neoplasie. Il mondo della ricerca oncologica pone quindi una grande attenzione a questo tipo tumore.

Dei microrobot a base di batteri, dotati di componenti artificiali e guidati da un semplice magnete, potrebbero un giorno essere impiegati per contrastare efficacemente il tumore. Ma, adesso, il trastuzumab deruxetan potrebbe essere la svolta.

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Tumori al seno (web source)

Gli studiosi, infatti, hanno registrato un rallentamento della progressione del male e un aumento significativo dell’aspettativa di vita della paziente.