Francia: primo ok del Parlamento alle multe ai clienti di prostitute

Una protesta contro le nuove norme (JOEL SAGET/AFP/Getty Images)

Giro di vite in Francia contro i clienti di prostitute; il Parlamento ha infatti approvato in prima lettura, con 268 voti favorevoli, 138 contrari e 79 astenuti, un disegno di legge che prevede per coloro che scelgono di soddisfare il proprio piacere adescando prostitute multe a partire da 1.500 euro, stage rieducativi e programmi di assistenza per le vittime. In particolare, il programma di rieducazione viene definito “stage di sensibilizzazione alla lotta contro l’acquisto di atti sessuali”.

La riforma è stata voluta dal Partito Socialista con il sostegno convinto del ministro per i Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem e ora passerà all’esame del Senato all’inizio del 2014. Da parte di parte del centrodestra francese, ma anche di diversi settori della sinistra c’è stata una levata di scudi contro questa legge. Nei giorni scorsi, 343 esponenti della società civile, autodefinitisi “mascalzoni”, tra cui lo scrittore Frédéric Beigbeder, l’umorista Nicolas Bedos, il polemista Éric Zemmour, avevano redatto un manifesto contro la riforma voluta dalla maggioranza di governo.

“Che le nostre relazioni carnali siano a pagamento o meno, non potremmo mai fare a meno del consenso del partner. Allo stesso tempo noi pensiamo che ciascuno abbia il diritto di vendere liberamente le sue virtù, e persino di trovarlo appagante. Rifiutiamo che dei deputati emanino norme sui nostri desideri e sui nostri piaceri”, scrivono i redattori del manifesto, che si ispira a quello delle 343 “sgualdrine”, che nel 1971 firmarono un manifesto a favore dell’aborto.

Ha replicato la ministra Vallaud-Belkacem: “Le 343 sgualdrine chiedevano di disporre del proprio corpo, i 343 mascalzoni vogliono disporre del corpo degli altri”; critiche al manifesto anche da parte di Anne Zalensky, oggi presidente della Lega dei diritti delle donne, una delle “sgualdrine” del 1971, che a Le Monde ha spiegato: “Questo appello umilia le donne. Nessuno è libero: né chi si prostituisce, costretto da ragioni economiche o psicologiche, né il cliente, preso in un sistema di relazioni uomo-donna fondato sul malinteso e la paura”.

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