
Ignazio Marino si difende e attraverso i microfoni di Uno Mattina prova ad affrontare le numerose critiche che gli continuano a piovere addosso. Il primo e più recente riguarda il suo tanto discusso viaggio a Philadelphia per incontrare il Papa. Andiamo in ordine e proviamo a ripercorrere quello che è accaduto. Marino annuncia il suo viaggio sostenendo sia stata chiesta la sua presenza direttamente dal Papa, poi il Pontefice stesso durante il volo di ritorno dagli States afferma chiaramente di non averlo invitato. Come se non bastasse durante uno scherzo telefonico monsignor Vincenzo Paglia conferma che “Marino si è imbucato” e riferisce di una grande irritazione da parte del Santo Padre per la vicenda e l’insistenza del primo cittadino. E per chiudere il cerchio arrivano le polemiche su quanto sia costato questo viaggio, con le rivelazioni di Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Campidoglio sul fatto che la gita americana di marino sia costata 15mila euro ai contribuenti. Senza contare la critica al fatto che Marino si allontani spesso da Roma proprio quando nella capitale accadono fatti rilevanti e gravi.
Adesso il sindaco prova a difendersi iniziando dalle parole di Monsignor Paglia: “Non esprimo opinioni sui vescovi che hanno il compito di curare le nostre coscienze. Tuttavia il portavoce della Santa Sede, padre Lombardi, ieri ha smentito le affermazioni di Vincenzo Paglia. Ha detto che “le parole inqualificabili, utilizzate nei confronti del sindaco Marino in una telefonata rubata, non corrispondono all’opinione della Santa Sede”. È stato smentito dal portavoce del Papa. Io non ho nessun commento da fare”. Il secondo punto della difesa di Marino riguarda i costi del viaggio negli Usa: “Le spese sono state sostenute dall’università. Noi abbiamo pagato per una persona che mi ha accompagnato nella conferenza alla Temple University. Per mesi ci sono stati rapporti tra i cerimoniali delle due città, quindi, mi ha accompagnato anche un ambasciatore che lavora in Comune e quelle spese sono state sostenute dal Campidoglio, come è normale per tutti i sindaci delle grandi città. Il conto esatto non lo conosco. Non c’è stato nessun party e nessuna limousine presa a noleggio. Quello che spendiamo per quanto riguarda la nostra rappresentanza lo pubblichiamo nel sito. Nel 2013 Roma ha speso 91mila euro per spese di rappresentanza, Milano 143mila, Napoli 87mila, Parma 108mila. Nel 2014 Roma 128mila, Milano non le ha ancora pubblicate, Napoli 74mila, Parma non le ha ancora pubblicate”.
Dunque non solo Marino si difende, ma rilancia e facendo il confronto con le altre città vuole dimostrare di essere uno dei sindaci più virtuosi, almeno per quanto riguarda le spese di rappresentanza.
F.B.