
Il premier Matteo Renzi, incassata la batosta al referendum costituzionale, sta per salire al colle e rassegnare le dimissioni. Prima di farlo però ha voluto salutare il proprio pubblico social di Facebook con un messaggio d’addio: “Come sapete gli oltre tredici milioni di voti raccolti sono stati insufficienti a farci vincere la grande sfida del referendum. […] In queste ore molti mi attribuiscono parole, intenzioni, risentimenti, lacrime, rabbia. Voglia di mollare o voglia di rivincita, il tutto virgolettato, senza citare alcuna fonte come ormai va di moda. “Renzi ha deciso: un anno di sabbatico in America”, “Renzi ha cambiato idea: resta a Palazzo Chigi”. “Lascia il governo, ma non il partito. Lascia il partito, ma non il Governo. Lascia tutto, non lascia nulla, lascia o raddoppia”! Leggo i giornali e mi domando cosa possa pensare un cittadino, ammesso che sia interessato. Poi inizio a leggere le migliaia di mail e sms che sto ricevendo e penso di essere un uomo fortunato se sono circondato da tanto affetto. E da persone che si prendono cura di te.Da parte mia sorrido e penso a finire bene il mio lavoro. Oggi per esempio abbiamo approvato la Legge di Bilancio 2017. Ed è una bella legge di Bilancio. Cosa accadrà? Stasera alle 19 formalizzo le mie dimissioni Il Presidente della Repubblica farà le consultazioni. Toccherà ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare. Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte. Dico leggi elettorali perché come è noto non siamo riusciti ad abrogare il “bicameralismo paritario” che dunque vedrà continuare a eleggere due rami del parlamento con elettorati diversi e leggi elettorali diverse, sperando che non arrivino due maggioranze diverse. Ma questa è una delle conseguenze del bicameralismo, ahimè Se i gruppi parlamentari vorranno invece andare avanti con questa legislatura, dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale: i 60 anni dell’Unione Europea, i vari G7 a cominciare da quello di Taormina, la presidenza del consiglio di sicurezza dell’ONU. Sarà interessante capire cosa pensano anche i partiti del Fronte del NO al referendum, non solo i partiti dell’attuale maggioranza. Non sono io a decidere ma devono essere i partiti – tutti i partiti – ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento”
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