
Il movimento No Tav smentisce le notizie riguardanti l’invio di un plico con materiale esplosivo recapitato, giovedì scorso, presso la sede del quotidiano La Stampa di Torino e indirizzato al giornalista, cronista, Massimo Numa, che da tempo si occupa delle tematiche della Val di Susa e dei No Tav.
Sul sito dell’organizzazione, notav.info, il movimento scrive un comunicato, intitolato “Un pacco bomba trasforma in vittima un giornalista pacco?”, in cui ribadisce che “ha chiarito in più occasioni che non ha assolutamente né la volontà né l’interesse di creare danni alle persone. Pallottole e bombe non ci appartengono”.
Piuttosto, sottolineano i No Tav quello dei pacchi bomba è “un rituale noioso che si ripete da anni. Noioso perché innesca la sequela di solidarietà varie all’indirizzato, le parole roboanti dei magistrati, le dichiarazioni di politici di turno è così via. E’ ancora più noioso perché chi usa questa forma di corrispondenza esplosiva ha come unico risultato il can can mediatico, il far parlare di sé e della presunta vittima come godimento personale”.
I No tav denunciano che questa forma di comunicazione “esplosiva” porta solo giovamento a “chi ha piacere a guardarsi allo specchio mentre i movimenti e le lotte proseguono il loro cammino senza badare a fatti che non li riguardano”.
Ma oltre a smentire l’invio del materiale esplosivo evidenziando come questa comunicazione danneggi in parte l’immagine ma anche l’impegno dell’organizzazione scesa in campo in difesa di una causa, i No tav si chiedono quale potrebbe essere “l’effetto del pacco bomba a Massimo Numa?”: “E’ esattamente quello che questo personaggio si aspettava da tempo, quasi a sperarci, per rifarsi una verginità da grande giornalista come abbiamo letto su alcuni tweet di suoi colleghi, che magari gli porterà qualche telefonata importante e una scorta tutta per lui”, sottolinea il movimento.
“E’ un favore ad un personaggio che ha poco a che fare con il giornalismo, perché intinge la sua penna (passateci il termine anche nell’era digitale) nell’odio e nei suoi incubi ricorrenti. La solidarietà che ha generato nei suoi confronti dovrebbe far passare in secondo piano le continue diffamazioni, strumentalizzazioni e balle che Numa racconta quotidianamente?”
Infatti, i Notav spiegano che questo tipo di campagna potrebbe “far cessare la levata di scudi e indignazione delle Anpi e dei sinceri antifascisti in merito al libro di Numa, che ne denota la personalità e l’appartenenza politica” citando l’ultima pubblicazione del cronista, “La Stagione del Sangu”, che l’Anpi ha segnalato essere di “tendenza neofascista”.
Questa vicenda potrebbe in realtà essere un “ennesima campagna diffamatoria ai danni del movimento No Tav. Piuttosto continuiamo a sottolineare la faziosità e il comportamento indegno che alcuni cronisti e alcune testate hanno nei confronti del movimento stesso. Fatti come questo – prosegue il comunicato – non ci impediscono di sottolineare lo squallido lavoro che lo stesso cronista Massimo Numa porta avanti in favore di interessi mafiosi e corrotti quali sono quelli del progetto Tav Torino-Lione e di tutti coloro che da questa inutile opera trarranno profitto a danno dei cittadini”.
“Tutto ciò per dire che non ci mettiamo in fila per dare solidarietà a Numa, ma anche che i pacchi bomba e i proiettili, non ci appartengono e non ne vogliamo essere accomunati, perché sono l’altra faccia di quella medaglia che i vari Numa, vorrebbero mettersi sul petto”, conclude il comunicato.
Redazione
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