Dati Istat: l’11% degli italiani rinuncia a curarsi

Prestazione medica (BRENDAN SMIALOWSKI/AFP/GettyImages)

Secondo quanto denuncia l’indagine Istat “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, realizzata con il sostegno del ministero della Salute e delle Regioni, l’11% degli italiani, vale a dire sei milioni di persone, ha dichiarato di aver rinunciato almeno una volta, nel 2012, a una prestazione sanitaria. Secondo l’indagine, oltre una persona su due rinuncia per motivi economici e circa una su tre per motivi di offerta.

Nel complesso, il 14,8% dell’intera popolazione ha dichiarato almeno una malattia cronica grave. Preoccupa ancora di più il dato degli ultrasessantacinquenni con risorse economiche scarse o insufficienti che dichiarano di stare male o molto male: sono il 30,2%. Oltre al malessere fisico, vi è anche molta preoccupazione per quel che riguarda la malattia psicologica, che ha un vero e proprio boom tra gli adulti di 45-54 anni, i residenti al Sud e le donne tra 45 e 64 anni che cercano di entrare nel mercato del lavoro.

Aumentano inoltre, soprattutto al Centro e al Sud, le prestazioni sanitarie a pagamento intero per gli accertamenti: la quota passa dal 21,0% al 24,9% per gli accertamenti specialistici, dall’8,1% al 14,1% per le analisi del sangue. In diminuzione, invece, le prestazioni odontoiatriche, che si riducono addirittura del 23%. Nell’85% dei casi, tale rinuncia al dentista è dettata da problemi di natura economica.

Redazione online