
Convergenze tra Pd e Movimento 5 Stelle su alcuni punti del ddl sulla responsabilità civile dei magistrati, che – al termine di una lunga maratona -ha incassato il via libera della commissione Giustizia di Palazzo Madama. Convergenze non gradite a Maurizio Sacconi, apogruppo dei senatori Ncd, che di buon mattino annuncia: “Consegnerò in giornata il mio mandato di capogruppo nelle mani del presidente del partito Angelino Alfano perché allo stato non mi sento in grado di garantire la necessaria collaborazione tra le forze politiche che sostengono il governo”.
Spiega Sacconi: “La convergenza notturna tra Pd e 5 Stelle in commissione Giustizia su alcuni contenuti della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, poche ore dopo il triste episodio del boicottaggio grillino del libero voto dei parlamentari in aula è grave e mette in discussione il patto di maggioranza. E’ la prima volta di una maggioranza spuria con l’aggravante della materia ad alta sensibilità politica e della rinuncia alla paziente mediazione”.
Duro il giudizio dell’ex ministro, che ricostruisce la vicenda: “Da un lato Pd e grillini non hanno voluto accogliere la proposta sostenuta in primo luogo dal relatore Enrico Buemi di richiedere una adeguata motivazione quando la sentenza si discosta dalla giurisprudenza della Cassazione. Dall’altro, ed il fatto è ancor più allarmante, Pd e 5 Stelle hanno bocciato insieme un emendamento Ncd condiviso dal governo con il quale si voleva esplicitare che la nuova disciplina sulla responsabilità civile mantiene ferma quella della responsabilità contabile. Il fatto è così grave nel metodo e nel merito che richiede un chiarimento politico nella maggioranza”.
Passa qualche ora e Sacconi torna sui suoi passi, dopo aver parlato con Renzi: “Ho avuto un proficuo colloquio con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che mi ha telefonato per garantire il suo impegno a che non si producano mai maggioranze diverse da quella che sostiene il governo, sulla giustizia come su ogni altro contenuto legislativo. In particolare, ha assunto l’impegno a che la maggioranza sia quanto prima ricomposta sullo specifico argomento della responsabilità civile e contabile dei magistrati in relazione al prosieguo dell’iter parlamentare”.
“Gli ho espresso la mia soddisfazione per il rispetto che egli ha dimostrato nei confronti della composizione plurale della maggioranza e, dopo avere riferito il colloquio al presidente Alfano, ho convenuto con lui di proseguire nel mio ruolo di capogruppo in funzione di una maggioranza operosamente unita a sostegno del governo”, ha chiosato Sacconi.
Polemica politica
Troppo tardi: ormai è esplosa la polemica politica, con la vicepresidente vicaria del gruppo del Nuovo Centrodestra, Laura Bianconi, che sottolinea come “la maggioranza ha il dovere, qualora sopraggiungano divergenze, di ragionare, discutere, e confrontarsi al suo interno per trovare una mediazione nella quale si possano riconoscere le varie anime che compongono la maggioranza stessa. Così non è stato questa notte nella Commissione giustizia dove addirittura sono stati bocciati, attraverso il concorso di altri partiti, emendamenti presentati dalla maggioranza, uno dei quali addirittura con il parere favorevole del governo”.
“Se l’intenzione è quella di mettere in atto la vecchia politica dei due forni noi ci tiriamo indietro. Non siamo disposti a far parte di una maggioranza che non tiene in considerazione i principi e i contenuti che caratterizzano l’area liberal popolare”, sentenzia la Bianconi, mentre diverse sono le voci in Forza Italia che soffiano sul voto; “Saluto con gioia il risveglio dell’amico Sacconi che scopre quel che era in realtà chiaro da sempre. Sui temi della giustizia, infatti, si verifica un costante traffico tra i grillini e il Pd soprattutto nella competente commissione del Senato, con l’Ncd che talvolta si è visto costretto a fare da foglia di fico per la propria appartenenza al governo”, commenta l’ex ministro Maurizio Gasparri.
Per Francesco Nitto Palma, presidente della commissione Giustizia, “la decisione di Sacconi mi appare tardiva considerato che ripetutamente in commissione Giustizia i provvedimenti hanno trovato la convergenza del Pd e del M5S, un esempio fra tutti è quello dell’assurda navetta con la Camera per il reato di scambio politico-elettorale mafioso”. Gli fa eco il senatore Giacomo Caliendo: “Mi sorprende che il presidente Sacconi si accorga soltanto oggi di voti in Commissione Giustizia relativi a vari disegni di legge che registrano una maggioranza formata dai senatori del Pd e del M5S”.
“Sul tema della responsabilità civile dei magistrati dal governo si sono avuti solamente proclami ma nulla è stato fatto per ottemperare alla volontà degli italiani chiaramente emersa con il referendum del 1987”, commenta invece il senatore di Gal, Lucio Barani, mentre al senatore Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia, “spiace che Ncd non abbia rispettato il vincolo di maggioranza su un testo che, nelle consultazioni di agosto e poi nel consiglio dei ministri, ha trovato un’ampia convergenza”. E osserva: “In Europa non c’è la responsabilità diretta e sarebbe stato ben strano inserirla in Italia. Nel testo approvato in commissione la responsabilità civile diviene una realtà in coerenza con la Costituzione e con principio di responsabilità che abbiamo chiesto anche ai magistrati”.
Soddisfazione per chiarimento
Infine, soddisfatta del chiarimento tra Sacconi e Renzi, si dice la vicepresidente del gruppo del Nuovo Centrodestra al Senato, Federica Chiavaroli: “Il confronto tra il presidente Renzi ed il capogruppo Sacconi sulla responsabilità civile dei magistrati è stato utile sia nel merito, perché consentirà di riavviare un confronto su un tema delicato quanto importante, e nel metodo perchè afferma con chiarezza che in questa legislatura non c’è spazio per altre maggioranze diverse da quella formata dai partiti che attualmente sostengono il governo. Tra l’altro l’avallo al ricorso a maggioranze variabili sarebbe stato, oltre che inaccettabile per il Nuovo Centrodestra, un pessimo segnale lanciato agli italiani, riportando in vita riti della vecchia politica come quello dei due forni”.
GM