Elena Ceste, ultime news: 7 ore in caserma ad Asti per i genitori e il millantatore

Elena Ceste (foto dal web)
Elena Ceste (foto dal web)

Proseguono ininterrottamente le indagini per scoprire chi ha ucciso Elena Ceste, la donna scomparsa a Costigliole d’Asti e trovata  vicino a casa dopo mesi di ricerche. I familiari della mamma di Costigliole d’Asti,  vogliono capire, vogliono solo la verità. Per questo sono disposti a lavorare per ore insieme agli investigatori per riesaminare i molteplici dettagli di una scomparsa che lascia solo tante ombre e poche luci.

Papà e mamma  e cognato sono stati ascoltati  nella giornata di ieri in caserma ad Asti per quasi sette ore. Accompagnati dai loro legali, Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia, i familiari della Ceste hanno lavorato per sette ore insieme agli investigatori per cercare di fare luce su tutti i dettagli legati alla scomparsa della donna. Attraverso i loro avvocati hanno chiesto che Ma nello stesso tempo chiedono, anzi, pretendono che sia allentata la pressione mediatica sul caso.

I legali hanno reso noto che la famiglia Ceste ha deciso di denunciare gli organi di informazione all’Autorità Giudiziaria per la “pressione mediatica” che si è sviluppata intorno al caso. “La famiglia Ceste rinnova a tutti, a cominciare dagli organi di informazione, l’invito a rispettare la persona di Elena nonchè il dolore dei familiari, in attesa del risultato ufficiale delle indagini in corso” hanno dichiarato. La famiglia Ceste aveva a suo tempo chiesto il silenzio stampa sulla vicenda, ma il caso continua ad essere seguito con grande attenzione. Per questo i familiari della donna scomparsa “hanno deciso di intervenire attraverso la presentazione di denuncia avanti la competente Autorità Giudiziaria”.

L’appello al silenzio – hanno precisato – è rivolto anche al Comitato sorto in difesa di Elena Ceste. All’appello al silenzio si è unito anche il sindaco di Costigliole, Giovanni Borriero.
“Pur condividendo il diritto di cronaca, prego di limitare la pressione mediatica per evitare ricadute negative in particolare per i figli di Elena” ha scritto in una lettera pubblica.
Appello caduto nel vuoto. Anche oggi la villetta dei Ceste è stata “presidiata” da giornalisti e troupe televisive, e al caso Ceste si è dedicato in serata anche “Chi l’ha visto?”.
Potere di un caso ancora avvolto nel mistero. Nel quale è riuscito a entrare un millantatore: un impresario di 38 anni originario di Nola di Bari e residente a Savona che

L'esterno della casa di Elena ceste
L’esterno della casa di Elena ceste

IL MILLANTATORE

In questo casao così contorto e difficile, che sta appassionando tutta Italia ha cercato di mettersi in mezzo anche un impresario edile savonese, quasi coetaneo di Elena:  “38 anni, un profilo quasi impeccabile – scrive repubblica.it. . Ha portato la sua storia in alcune trasmissioni televisive e di sua iniziativa, lo scorso 9 novembre, ha preso il telefono e chiamato i carabinieri di Asti. “Ho informazioni importanti sul caso di Elena Ceste”. Si è così proposto come “super testimone”: ma un primo incontro in caserma ha fatto subito sorgere dubbi sulla sua attendibilità. Per avvalorare le sue conversazioni con Elena Ceste si era persino portato un faldone con tutti i loro presunti scambi avvenuti via chat. Sono però bastati alcuni accertamenti tecnici per smascherare il truffatore: le conversazioni, infatti, erano tutte fasulle.

Il tenente colonnello Fabio Federici, lo ha convocato, su disposizione della pm che dirige le indagini, Laura Deodato, in caserma ad Asti. Nel corso dell’interrogatorio l’impresario si è detto fiero di “poter fornire un concreto e importante contributo alle indagini”, e ha raccontato: “Ci siamo conosciuti circa un anno fa su Internet, attraverso uno dei tanti siti di incontri. Mi ha detto di avere 37 anni, di chiamarsi Elena e di abitare a Costigliole d’Asti: mamma di quattro figli, nonché la moglie di un vigile del fuoco. Col il tempo ha avuto sempre più fiducia in me, al punto di accettare di sentirci anche per telefono”. E qui le conversazioni si sarebbero fatte sempre più frequenti: “Mi ha confidato particolari intimi della sua vita coniugale, particolari che la turbavano profondamente. Per questo l’ho convinta a lasciare definitivamente suo marito”. Anche in questo colloquio l’impresario edile ha tirato fuori diverse foto dei messaggi ricevuti dalla donna. Ma per i militari, che ormai da mesi seguono questa vicenda, è stato facile smascherarlo. Nel suo racconto c’erano infatti troppe contraddizioni. Alla fine l’uomo ha ammesso di essersi inventato ogni cosa: persino il finto profilo era opera sua. L’imprenditore è stato così denunciato per false dichiarazioni rese al pm e falsificazione del contenuti di comunicazioni informatiche.

Non è il primo mitomane che cerca di inserirsi nel caso di Elena Ceste. Da quando la donna è scomparsa lo scorso 24 gennaio, i militari hanno ricevuto migliaia di lettere, tentativi di depistaggio e segnalazioni senza fondamento

 

MD