
Il Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia era stata chiara nell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi del 17 novembre scorso: niente rinnovo dei contratti del pubblico impiego nemmeno nel 2015. Una decisione che non è piaciuta per niente ai sindacati e che li ha indotti, tra le altre cose, ad indire scioperi e manifestazioni di protesta: la Uil e l’Ugl si sono unite allo sciopero generale già indetto dalla Cgil e spostato al 12 dicembre, mentre la Cisl ha deciso di fare per conto proprio e proclamare solo lo sciopero di settore per il pubblico impiego il 1° dicembre e organizzare tre manifestazioni nazionali per i giorni seguenti.
Non solo proteste e scioperi, Cgil Cisl e Uil hanno deciso di usare il pugno duro per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, bloccati da sei anni, e hanno depositato ricorso presso il Tribunale di Roma allo scopo di sollevare la questione di legittimità costituzionale in merito. In un comunicato, la Cisl spiega le ragioni del ricorso: “La procedura è stata avviata presso il Tribunale di Roma affinché il medesimo Tribunale sollevi di fronte alla Corte Costituzionale la questione di legittimità in merito al decreto legge n. 78/2010 convertito in legge n. 122/2010. Una norma prorogata per il sesto anno dalla legge di stabilità“. Il coordinatore della Cisl Lavoro pubblico, Francesco Scrima, ritiene che “la discriminazione e le penalizzazioni cui il Governo Renzi sta continuando a sottoporre il lavoro pubblico lo connota come un pessimo datore di lavoro. Con lo sciopero di lunedì primo dicembre e con iniziative come questa mandiamo al Governo un segnale chiaro”, sottolinea. Dalla Cgil, il segretario generale Fp-Cgil, Rossana Dettori afferma che “la discriminazione e l’umiliazione a cui il Governo Renzi sta continuando a sottoporre il lavoro pubblico lo connota come un cattivo padrone”. La sindacalista, poi, ricorda che “la Consulta in passato si è pronunciata dichiarando l’ammissibilità di misure simili solo in chiave emergenziale e in modo circoscritto nel tempo. Ci sembra che queste misure si stiano dilatando, diventando strutturali”. Dalla Uil Giovanni Torluccio, Benedetto Attili ed Alberto Civica, rispettivamente segretari generali di Uil Fpl, Uilpa e Uil Rua, fanno notare che “a poco servono le parole rassicuranti della Ministra Marianna Madia che, al netto di un buonismo di facciata, non riesce ad avanzare proposte autonome e convincenti”.
A dar manforte al ricorso dei sindacati alla Consulta è anche la sentenza di pochi giorni della Corte di giustizia europea che ha condannato l’Italia per i contratti a tempo determinato nella scuola continuamente rinnovati negli anni senza mai stabilizzare gli insegnanti, lasciandoli in una condizione di precariato perenne nonostante il lavoro di fatto continuativo.
Lo scontro tra sindacati e governo è dunque a tutto campo.
V.B.