
Mentre Mediaset tenta di accapararsi le torri di trasmissione della Rai, con l’opa lanciata su Rai Way, la scoietà controllata Rai che gestisce le reti di trasmissione e che ha debuttato sul mercato lo scorso 19 novembre, il vice segretario del Pd Debora Serracchiani ha risposto alla presidente della Camera Laura Boldrini affermando come “necessario un intervento del Governo sulla Rai“. Intervistata ieri sera alla trasmissione di Floris diMartedì, su La7, in merito alla riforma della Rai Laura Boldrini aveva detto che “il decreto (legge, ndr) si deve fare quando c’è materia di urgenza“, mentre “Sulla Rai non c’è qualcosa di imminente, non c’è una scadenza“, aveva sottolineato. Dichiarazioni in risposta a quelle del premier Renzi, domenica scorsa, a In mezz’ora, quando aveva affermato che obiettivo del governo è “non far eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione con la legge Gasparri”, aggiungendo che “se ci sono i tempi” in Parlamento “faremo un disegno di legge, se invece ci sono le condizioni di urgenza e necessità faremo un decreto legge come prescrive la Costituzione”.
Oggi, intervistata nella sede dell’Ansa, Serracchiani ha dato ragione a Renzi e ha smentito Boldrini: “Ci sono tutte le condizioni per arrivare a un intervento del Governo sulla Rai, che è necessario“, ha affermato l’esponente del Pd, “anche con il Parlamento se ci saranno le condizioni“, ovvero con lo strumento del disegno di legge, invece che del decreto. Quindi l’affondo di Serracchiani: “Non spetta al Presidente della Camera dire se ci siano i requisiti di urgenza“.
Il vice segretario del Partito democratico è poi itervenuto su diverse questioni, dalla riforma della discussa legge sulla responsabilità civile dei magistrati, approvata ieri sera dalla Camera, al Jobs act, al nodo della corruzione. Su uqest’ultimo punto, Serracchiani ha sollevato la necessità “che si faccia chiarezza rispetto all’attuazione di una legge come la Severino”, che persegue i politici corrotti. “E’ una legge giusta – ha spiegato – ma non possiamo rimanere nell’incertezza come sul sindaco di Napoli o di Salerno”. Ovvero i casi De Magistris e De Luca.
Riguardo alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati, Serracchiano ha precisato che la sua approvazione “non cambia i rapporti del Pd con la magistratura”. “Il Pd, che per la prima volta nella sua storia esprime un segretario nazionale che è anche presidente del Consiglio, ha il dovere di fare le cose che abbiamo sempre detto che avremmo fatto”, ha aggiunto. “Il voto di ieri alla Camera, chiaro e definito nei numeri, è la fotografia di quello che il governo sta facendo: non ci sono rendite posizione, salvaguardie a prescindere, posizioni più forti di altre“, ha continuato Serracchiani. “E’ una decisione che andava presa. Può essere condivisa nel merito o no, ma penso che compito del Parlamento sia legiferare in tutte le materie”. E’ la spiegazione del vice segretario del Pd.
Sul Jobs act, poi, Serracchiani difende la linea adottata dal governo. “Non credo sia mai venuta meno la dialettica tra governo e Parlamento – ha detto -. Ma dialogare non vuol dire fare pedissequamente quello che mi viene richiesto“. Una risposta che è anche per il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Sperenza che aveva parlato di errore del governo nel non aver ascoltato i pareri delle Commissioni delle Camere sui licenziamnti collettivi. Serracchiani ha però precisato che “il testo della delega era stato fortemente modificato con un maxiemendamento che ha raccolto le indicazioni della minoranza e del Pd tutto”.
Non sono poi mancate le critiche al segretario della Fiom Maurizio Landini, da tempo fortemente polemico verso le politiche sul lavoro del governo Renzi. “Il sindacato è un soggetto sociale, non politico”, ha sottolineanto Serracchiani definendo Maurizio Landini “un sindacalista che fa politica“. “Con i sindacati – ha aggiunto Serracchiani -, per esempio, discuto la misura di sostegno al reddito in Friuli Venezia Giulia, ma se il sindacato fa politica è un’altra cosa”.
V.B.