Difendersi dai call center e dalla troppa pubbicità? Ecco come

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(pixabay)

Quante telefonate che riceviamo dai call center, chiamano praticamente tutti, dalle società telefoniche ed elettriche, passando alle pay tv e carte di credito, finanziarie, assicurazion. Ma sono regolari queste chiamate? Secondo il Garante della privacy il rischio è quello di un Far West dello spam. Di qui l’idea di mettere a punto un vademecum che per i cittadini rappresenta un vero e proprio manuale di autodifesa.  Se l’utenza è pubblicata negli elenchi telefonici, l’intestatario può chiedere al suo gestore telefonico che essa venga rimossa dagli elenchi, dunque non più visibile. In alternativa, può iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni (www.registrodelleopposizioni.it / numero verde 800 625 625  e chiedere di non far utilizzare il numero per scopi promozionali. Capitano poi alcune cose che andrebbero chiarite, ad esempio:

Il sito web che non consente di utilizzare un servizio se non si rilascia il consenso al trattamento dati per finalità promozionali si comporta correttamente?  No, la fornitura di un prodotto o di un servizio non può essere vincolata al consenso per l’invio di pubblicità.

Il supermercato può rifiutarsi di concedere la tessera fedeltà se non si rilascia il consenso al trattamento dati per scopi di marketing?  No, la tessera fedeltà è un’opportunità per l’azienda di fidelizzazione del cliente, ma non può trasformarsi in una forma occulta di raccolta dati per il marketing e profilazione. Il consenso per tali attività non può essere imposto, ma va raccolto in modo specifico.

Insomma bisogna ascoltare chi fa il proprio lavoro, ma bisogna essere in grado di “difendersi” dalla troppa pubblicità.

Giovanni Remigare