Ecco le telefonate tra polizia e terroristi prima del blitz al Batclan

Bataclan Parigi
(KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images)

Ci sono state 5 telefonate tra i negoziatori della polizia e i terroristi asserragliati all’interno di una delle stanze del Bataclan, con le cinture esplosive allacciate ai corpi e pronte ad esplodere e decine di ostaggi impauriti e spaesati.  A raccontarlo è uno degli uomini della Brigada de Recherche et d’Intervention, la BRI, la squadra d’assalto che ha effettuato il blitz al teatro degli orrori.

Il suo racconto rivela alcuni retroscena finora sconosciuti e conferma alcune cose che già si sapevano, come il fatto che i terroristi sembravano tutti drogati: “Erano molto nervosi, frenetici e confusi, come sotto l’effetto di qualche droga. Continuavano a dire le stesse frasi. “Siamo i soldati del Califfato”. “Questa è colpa di Hollande”. L’agente, che nel teatro ha perso un suo carissimo amico personale, racconta che i tentativi di negoziazione effettuati nelle cinque telefonate sono tutti falliti. L’obiettivo della polizia era quello di farsi consegnare donne e bambini, ma i terroristi continuavano a ripetere alla squadra d’assalto di allontanarsi e di lasciarli uscire.

Ben presto, raccontano i poliziotti della brigata, “ci siamo resi conto che era necessario intervenire e che non c’era più alcun margine di manovra”. Così Pascal, il capo dei negoziatori, informa il suo capo che non crede che riusciranno a ottenere la liberazione degli ostaggi e chiede l’autorizzazione all’irruzione. Il blitz avviene alle ore 00.18. Una delle due squadre di agenti avanza tirando granate assordanti e accecanti. Lo scudo che la protegge cade: sono tutti allo scoperto. Una pallottola sparata dalla BRI fa esplodere la cintura del terrorista. Ci vuole un’ora per evacuare tutti gli ostaggi.

F.B.