Erdogan: “Ci dispiace, non sapevamo che il jet era russo”. Il gelo di Putin

 

Russia's President Vladimir Putin (front C) and Defence Minister Sergei Shoigu (front L) walk to watch military exercises upon his arrival at the Kirillovsky firing ground in the Leningrad region, on March 3, 2014. Crimea, the strategic host to tsarist and Kremlin navies since the 18th century, has been under de facto occupation by Moscow-backed forces since Putin won recently parliament's authorisation to send troops into Ukraine. AFP PHOTO/ RIA-NOVOSTI/ POOL/ MIKHAIL KLIMENTYEV (Photo credit should read MIKHAIL KLIMENTYEV/AFP/Getty Images)
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Recep Tayyip Erdogan  tenta di ricucire i rapporti Turchia Russia dopo l’abbattimento del jet russo al confine con la Siria da parte dell’aviazione turca. “Vorrei non fosse ma successo” dice. Il capo di Stato turco afferma di essere rammaricato per l’episodio e si augura che “fatti del genere non accadano più”. In diretta su al Jazeera si rivolge direttamente al capo del Cremlino, Vladimir Putin: “Parliamo dell’incidente e proviamo a ricucire le relazioni fra i due stati quando ci incontreremo a Parigi in occasione della Conferenza sui cambiamenti climatici”. L’ennesimo invito per un avvicinamento dopo la crisi di questi giorni. Putin era stato drastico di fronte alle profferte di Ankara: nessun colloquio senza prima delle scuse ufficiali, senza se e senza ma. Le parole di Ankara sono in prefetto stile Erdogan: due passi avanti e uno indietro, secondo un copione già seguito nelle ore successiva all’incidente. Le dichiarazioni odierne seguono di qualche ora quelle del suo portavoce, Ibrahim Kalin che ha pubblicato un editoriale sul quotidiano turco Sabah. “L’abbattimento del caccia russo per una violazione dello spazio aereo turco è un’altra vittima del conflitto siriano – scrive – L’incidente ha creato agitazione nelle relazioni tra Turchia e Russia, ma non le farà deragliare. Si tratta di rapporti abbastanza profondi e con sufficiente capitale politico-economico per superare”. Il portavoce di Erdogan  arriva a dichiarare che lo scontro a fuoco non è stata un’azione ostile diretta contro Mosca perché “la nazionalità del jet è stata accertata solo dopo che era precipitato” e conclude: “Nonostante le molte differenze sul conflitto siriano, la Turchia non ha mai colpito interessi russi e non intende farlo”.

Il Cremlino intanto non aver alcuna fretta di riappacificarsi: continua a sostenere che la sua aviazione non ha violato lo spazio aereo turco. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov risponde ai segnali provenienti dalla Turchia “le mappe turche che mostrano la presunta rotta del jet militare russo non sono altro che animazione. Abbiamo visto una traccia elettronica che mostra la rotta dell’aereo che prova come non ci sia stata nessuna incursione nello spazio aereo turco, né voluta né accidentale”. Peskov conclude  “La Turchia è imprevedibile. Chiediamo a quei paesi che hanno un’influenza su Ankara di cercare di garantire una prevedibilità delle sue azioni”. Un messaggio  chiaro al presidente Barack Obama che, dopo l’incidente,  si era precipitosamente schierato con Erdogan.

ADB