
“No a raccomandazioni e tangenti!”. Il monito è arrivato da Papa Francesco, durante il discorso rivolto alla Curia Romana in occasione degli auguri di Natale, nella sala Clementina del Palazzo apostolico in Vaticano. Il Santo Padre, influenzato – “Vi chiedo scusa di non parlare in piedi ma da alcuni giorni sono influenzato e non mi sento tanto forte” – ha spronato a continuare la riforma della Curia romana avviata subito dopo la sua elezione: “Andrà avanti con determinazione, lucidità e risolutezza”. “Guai al mondo per gli scandali – ha aggiunto il Pontefice – È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!”. Poi, la menzione al ‘catalogo delle malattie curiali’, elencato l’anno scorso nella medesima occasione dallo stesso Santo Padre: “Patologie che potrebbero colpire ogni cristiano, ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia e movimento ecclesiale. Malattie che richiedono prevenzione, vigilanza, cura e, purtroppo, in alcuni casi, interventi dolorosi e prolungati. Le malattie e perfino gli scandali non potranno nascondere l’efficienza dei servizi, che la Curia Romana con fatica, con responsabilità, con impegno e dedizione rende al Papa e a tutta la Chiesa, e questa è una vera consolazione”. Importante anche il richiamo alla sobrietà: “È la capacità di rinunciare al superfluo, di resistere alla logica consumistica dominante. La sobrietà è prudenza, semplicità, essenzialità, equilibrio e temperanza. La sobrietà è guardare il mondo con gli occhi di Dio e con lo sguardo dei poveri e dalla parte dei poveri. La sobrietà è uno stile di vita che indica il primato dell’altro come principio gerarchico ed esprime l’esistenza come premura e servizio verso gli altri. Chi è sobrio è una persona coerente ed essenziale in tutto, perché sa ridurre, recuperare, riciclare, riparare e vivere con il senso della misura”. Immancabile un ringraziamento agli onesti: “Sarebbe grande ingiustizia non esprimere una sentita gratitudine e un doveroso incoraggiamento a tutte le persone sane e oneste che lavorano con dedizione, devozione, fedeltà e professionalità, offrendo alla Chiesa e al Successore di Pietro il conforto delle loro solidarietà e obbedienza”.
L. B.