Migranti chiedono wi-fi e colf. Salvini: “Vada la Boldrini”

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Migranti usano degli smartphone (Win McNamee/Getty Images)

La tranquillità di Ceranova, un comune della provincia di Pavia abitato da 2.100 anime, è stata scossa dalla protesta di un gruppo di migranti. Il 17 dicembre, 24 extracomunitari, ospitati da alcuni mesi in una villa bifamiliare, sono scesi per le strade, rovesciando rifiuti nel corso principale del paese – ci sono stati momenti di tensione con la cittadinanza – e hanno dato vita a un sit-in non autorizzato affinchè il sindaco accogliesse due richieste: il wifi nella loro abitazione e una donna delle pulizie. Solo l’intervento del primo cittadino, Alessandro Grieco, e dei carabinieri ha calmato gli animi. Se, da un punto di vista, è comprensibile il desiderio di avere internet per rimanere in contatto con le famiglie lontane, da un altro la richiesta di una domestica non solo ha spiazzato l’amministrazione ma ha anche scatenato il segretario delle Lega, Matteo Salvini: “Vogliono qualcuno che pulisca la villetta? Per accontentarli, a fare le pulizie manderei la Bodrini! Auguri, e che il 2016 ci riporti la dignità perduta”. Intanto, uno degli organizzatori della protesta, uno degli ultimi arrivati a Ceranova – il sindaco lo aveva indicato come la causa dei disordini, i primi avvenuti in 6 mesi di pacifica convivenza – è stato espulso ma rimane un clima teso: “Siamo un paese tranquillo – ha dichiarato Grieco – Non siamo abituati a situazioni del genere. Vogliamo che la tranquillità dei nostri abitanti venga garantita”.

L. B.