Renzi ha deciso: ancora una tassa sulle nostre case

(Sean Gallup/Getty Images)
(Sean Gallup/Getty Images)

Il presidente del consiglio Renzi non perde occasione per dire che il suo governo non ha mai inserito nuove tasse e ha abbassato quelle che c’erano. I fatti però sembrano dargli torto. Infatti proprio il Partito Democratico ha proposto un emendamento poi approvato alla Manovra 2017 che prevede l’istituzione di un’imposta municipale sugli immobili (Imi) che sostituisca l’imposta municipale propria (Imu) e il tributo per i servizi indivisibili (Tasi). In sostanza i singoli Comuni avranno piena libertà di applicare aliquote da zero all’11,4 per mille sugli immobili diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati rurali a uso strumentale e potranno fare la stessa cosa (però fino al 7 per mille) su ville e casali. Secondo Confedilizia questa è la conferma “che Tasi e Imu siano una patrimoniale”; l’associazione poi sottolinea che comunque la si guardi di fatto la tassazione sugli immobili aumenta dato che il limite massimo ordinario della somma delle aliquote di Imu e Tasi era del 10,6 per mille. Nella prima categoria di immobili, quella che può arrivare all’11,4 per mille rientrano: i fabbricati a uso residenziale diversi dall’abitazione principale, quelli industriali, i fabbricati commerciali, alberghi, pensioni, teatri, case di cura, istituti di credito, collegi, convitti, case di cura e ospedali, scuole, biblioteche, uffici pubblici, laboratori per arti e mestieri, per i fabbricati a uso commerciale con particolari caratteristiche tipiche dei centri storici. Rimangono escluse le chiese e i luoghi di culto.

F.B.