
Alcuni lo definiscono un gioco che scherza col fuoco, perché invocherebbe Satana, altri ritengono che si tratti di una goliardata adolescenziale. Qualcuno però ha preso molto sul serio alcuni bambini che giocavano a ‘Charlie Challenge’. Così, a scuola è arrivato l’esorcista. Avviene a Reggio Calabria, alla scuola primaria Telesio. Il meccanismo di ‘Charlie Challenge’ è semplice: si prende un foglio, dividendolo in quattro quadranti, poi si scrive a chiasmo due volte ‘Si’ e due volte ‘no’. Infine si mettono sul foglio due matite, incrociandole. A quel punto, si invoca lo spirito di Charlie, un bambino di dieci anni morto in circostanze misteriose. Questi risponderebbe alle domande, spostandosi sul si o sul no.
Quando accaduto è stato ricostruito dal ‘Corriere della Sera’. Un giorno, in classe, entra un insegnante che vede alcuni bambini tra i nove e gli undici anni, che stanno facendo questo gioco di importazione messicana. Avvisa la preside, Marisa Guglielmina Maisano, e questa chiama l’esorcista formalmente per “un incontro informativo e di prevenzione sui rischi della rete e delle nuove tecnologie”. Secondo una maestra, la verità è un’altra: “Di web e internet non se ne è parlato. Piuttosto è stato un lungo incontro su satanismo, esorcismi, fattucchiere e maghi grazie ai quali, ha spiegato il prete, molti raggiungerebbero il potere o conquisterebbero la persona amata”. La vicenda inizia a circolare tra gli insegnanti anche di altre scuole e qualcuno esce allo scoperto: “Già un anno fa la preside ci comunicò che un bambino era stato visto fare un balzo di alcuni metri e anche in quel caso si ritenne vittima del diavolo. Successivamente abbiamo saputo che è stato in cura e ha seguito un percorso di liberazione presso un prete esorcista”.
L’esorcista chiamato in causa è don Piero Catalano, discepolo di padre Gabriele Amorth. E’ lui a spiegare: “Non è un gioco, Charlie è Satana e in questo modo si impossessa di questi ragazzi. Il problema non riguarda solo la scuola Telesio ma tantissime scuole di Reggio Calabria e oserei dire di tutta Italia. Abbiamo portato la nostra esperienza di esorcisti e indicato il percorso di liberazione che necessita di preghiere, confessione dei peccati e vicinanza a Dio”. Gli fa eco un suo assistente, Nunzio Di Stefano: “La preside ci ha chiamati dicendo che una maestra era entrata in classe e aveva notato delle matite che si muovevano da sole. Ci ha chiesto consiglio su cosa fare e come comportarsi. Così siamo andati a scuola e abbiamo parlato con le insegnanti e informato sui pericoli di questi riti satanici. Perché con il diavolo non si scherza”.
GM