Reddito di Cittadinanza: l’INPS vuole querelare un deputato

L’Istituto Nazionale fornisce i dati delle pratiche respinte o revocate sulla misura istituita nel 2019: ecco i numeri

Dalla sua istituzione, il Reddito di Cittadinanza divide molto. C’è chi lo considera uno strumento nobile, che va ad aiutare le persone in difficoltà economiche. Chi, invece, lo bolla come una forma di assistenzialismo, che paga chi vuole rimanere a casa senza lavorare. Ora, però, l’INPS sembra essersi stancata delle illazioni e minaccia azioni legali.

Inps
Inps all’attacco

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Il Reddito di Cittadinanza

“Abbiamo abolito la povertà” aveva detto Luigi Di Maio con l’approvazione di quella che è stata, da sempre, la misura simbolo del Movimento 5 Stelle. Il sussidio istituito con il Decreto Legge n°4 del 28 gennaio 2019 dalla Repubblica Italiana è una forma condizionata e non individuale di reddito minimo garantito; viene chiamato impropriamente reddito di cittadinanza nel DL stesso, pur essendo totalmente privo delle caratteristiche di tale reddito di base.

Luigi Di Maio (Getty Images)
Luigi Di Maio (Getty Images)

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Negli anni, tante disfunzioni e tante illegalità. E spesso, le forze dell’ordine devono intervenire per scovare i “furbetti” che si accaparrano indebitamente le somme dello stato. Una vera e propria truffa che, spesso, va ad arricchire anche la criminalità organizzata.

Per questo non mancano le polemiche. Ma ora l’INPS potrebbe passare alle vie di fatto contro chi ne critica (senza solide basi) l’operato.

I dati e la minaccia di querela

A finire nei guai, ora, potrebbe essere il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida. Questi, nel corso della trasmissione” Porta a porta” del 4 novembre, avrebbe sostenuto una presunta mancanza di controlli da parte dell’Inps e della presunta connivenza dolosa dei dipendenti Inps nell’erogazione del Reddito di Cittadinanza.

Francesco Lollobrigida (Facebook)
Il deputato Francesco Lollobrigida (Facebook)

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Ma l’INPS non ci sta e minaccia querele. Fornendo anche alcuni dati interessanti. Su 4.359.359 domande per il Reddito di Cittadinanza tra aprile 2019-15 settembre 2021, 1.215.251 (il 27,87%), sono state respinte, grazie ai controlli effettuati in fase di istruttoria da Inps. Lo spiega l’Istituto rispondendo proprio a Fratelli d’Italia.

Sono 605.277 (13,88%), le pratiche in decadenza per il venir meno dei requisiti in corso di fruizione. E 123.816, ( 2,84%), sono le pratiche revocate, per mancanza dei requisiti dall’origine. L’Inps collabora con le Forze dell’ordine, segnalando le situazioni meritevoli di indagini. A tutela del lavoro e nell’interesse dei propri dipendenti, INPS si riserva di presentare querela.

Insomma, l’Istituto Nazionale sostiene di aver sempre effettuato controlli e verifiche molto scrupolose. E di aver collaborato con le forze dell’ordine per scovare i “furbetti”. Con i numeri forniti, l’INPS potrebbe quindi passare alle vie di fatto.

In questo caso nei confronti dell’onorevole Lollobrigida. Ma, in generale, per stoppare future polemiche politiche pretestuose.